In occasione della XXXI Giornata mondiale del malato che si celebra sabato 11 febbraio, giorno in cui la Chiesa cattolica fa memoria della Beata Vergine di Lourdes, l’Arcivescovo Angelo Spina ha presieduto la Santa Messa presso il vecchio ingresso dell’Azienda Ospedaliero Universitaria delle Marche. Erano presenti il direttore sanitario Claudio Martini, i medici, gli operatori sanitari e coloro che si prendono cura dei malati: i volontari dell’Unitalsi, le Dragonesse, l’Avulss, l’Amce. L’Arcivescovo ha deciso di celebrare la Santa Messa in questo luogo significativo come segno di vicinanza a tutti i malati e agli operatori sanitari e, durante l’omelia, ha sottolineato l’importanza di prendersi cura di coloro che soffrono, con lo stile di Dio, che è vicinanza, compassione e tenerezza: «La malattia fa parte della nostra esperienza umana. Essa può diventare disumana se è vissuta nell’isolamento e nell’abbandono, se non è accompagnata dalla cura e dalla compassione».
Ci ricorda Papa Francesco nel messaggio di quest’anno: «Fratelli, sorelle, non siamo mai pronti per la malattia. E spesso nemmeno per ammettere l’avanzare dell’età. Temiamo la vulnerabilità e la pervasiva cultura del mercato ci spinge a negarla. Per la fragilità non c’è spazio. E così il male, quando irrompe e ci assale, ci lascia a terra tramortiti. Può accadere, allora, che gli altri ci abbandonino, o che paia a noi di doverli abbandonare, per non sentirci un peso nei loro confronti. Così inizia la solitudine, e ci avvelena il senso amaro di un’ingiustizia per cui sembra chiudersi anche il Cielo. Fatichiamo infatti a rimanere in pace con Dio, quando si rovina il rapporto con gli altri e con noi stessi. Ecco perché è così importante, anche riguardo alla malattia, che la Chiesa intera si misuri con l’esempio evangelico del buon samaritano, per diventare un valido “ospedale da campo”: la sua missione, infatti, particolarmente nelle circostanze storiche che attraversiamo, si esprime nell’esercizio della cura. Tutti siamo fragili e vulnerabili; tutti abbiamo bisogno di quell’attenzione compassionevole che sa fermarsi, avvicinarsi, curare e sollevare. La condizione degli infermi è quindi un appello che interrompe l’indifferenza e frena il passo di chi avanza come se non avesse sorelle e fratelli».
Commentando il Vangelo, Mons. Angelo Spina ha poi sottolineato che «Gesù si preoccupa della folla che non ha cibo e moltiplica i pani e i pesci sfamando tutti. Gesù non manda a casa nessuno a mani vuote, si fa vicino e si prende cura di tutti come ci ha insegnato nella parabola del buon samaritano: vede, si ferma, si china, cura le ferite, prende a carico le persone, paga per loro. Gli anni della pandemia, così duri e difficili, hanno aumentato il nostro senso di gratitudine per chi opera ogni giorno per la salute e la ricerca. Da una così grande tragedia collettiva non basta uscire onorando degli eroi, come sono stati definiti quanti hanno rischiato la loro vita per salvare quella degli altri e hanno lavorato in condizioni estreme prendendosi cura di tutti. Il Covid-19 ha messo a dura prova questa grande rete di competenze e di solidarietà e ha mostrato i limiti strutturali dei sistemi di welfare esistenti. Occorre pertanto che alla gratitudine corrisponda il ricercare attivamente le strategie e le risorse perché ad ogni essere umano sia garantito l’accesso alle cure e il diritto fondamentale alla salute».
Mons. Angelo Spina ha anche ringraziato il dottor Simone Pizzi, direttore dell’Ufficio diocesano della Pastorale della salute, l’assistente spirituale don Francesco Scalmati e i cappellani Padre Enrico, Padre Dino, Fra Stefano, per il loro costante impegno accanto alle persone, e ha ricordato che «le persone malate sono al centro del popolo di Dio, che avanza insieme a loro come profezia di un’umanità in cui ciascuno è prezioso e nessuno è da scartare». Al termine della Santa Messa l’Arcivescovo, accompagnato dal direttore sanitario Claudio Martini, da padre Enrico Matta e Simone Pizzi, da Aldo Salvi, ex direttore del dipartimento di emergenza, e dal primario facente funzione del pronto soccorso Susanna Contucci, ha raggiunto l’area del Pronto Soccorso dove ha impartito la benedizione ai malati e agli operatori sanitari.
L’omelia integrale dell’Arcivescovo: Omelia Giornata del malato – Azienda Ospedaliero Universitaria delle Marche
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